LA SCUOLA È PIÙ AVANTI
comunicato stampa del 15 gennaio 2002

Il Cidi esprime forte preoccupazione per le proposte del Ministro Moratti sulla modifica della Legge 30 (Norme generali sull'istruzione e livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale).
Negli ultimi anni la consapevolezza che la cultura è una risorsa fondamentale per il singolo e per la società ha posto, come priorità dei governi, la necessità di trasformare profondamente il sistema dell'istruzione e della formazione professionale.
Lo stesso Ministro Moratti aveva espresso tale consapevolezza tanto da sospendere la riforma dei cicli scolastici proprio per poter riavviare un processo di riforma con il coinvolgimento di tutti i protagonisti. La sospensione di tutto il processo di riforma avviato - che tanto disagio, confusione e amarezza ha creato dentro la scuola -, si giustificava solo in funzione di una riforma più ragionata, meglio articolata, più funzionale alle attese che nel Paese sono maturate.

Invece, i contenuti dell'articolato di legge presentato al Consiglio dei Ministri non corrispondono, a nostro parere, a tale esigenza né all'impegno che il Ministro Moratti si era assunto nei confronti della scuola:

- La soluzione individuata ripropone i limiti e le inadeguatezze dell'attuale assetto scolastico.
In particolare, l'aver annullato il riferimento all'innalzamento dell'obbligo scolastico così come era contenuto nella L.30/2000 (che includeva i primi due anni della scuola secondaria), fa sì che il percorso dell'istruzione obbligatoria si concluda, di fatto, con la terza media.

- Le indicazioni sulle caratteristiche del curricolo del primo ciclo nel prospettare una eccessiva divaricazione tra la scuola "primaria" e "secondaria di primo grado", producono una non adeguata valorizzazione delle potenzialità dei bambini e delle bambine e nel contempo ripropongono forme di precocismo nell'approccio specialistico alle discipline.
Si ritorna insomma all'impianto curricolare precedente ai programmi del 1979 per la scuola media e del 1985 per la scuola elementare, ignorando e azzerando il lavoro svolto dalle scuole in questi ultimi 20 anni.

- Viene prefigurata un'alternativa rigida tra i percorsi liceali e quelli dell'"istruzione e formazione professionale" fortemente differenziati nelle finalità e nei principi educativi. Alternativa che non corrisponde ai bisogni culturali e formativi dei giovani, né alle attese più avanzate del mondo del lavoro.

- La volontà di mantenere la terminalità del percorso di istruzione a diciotto anni e contemporaneamente la durata dei licei di cinque anni risulta l'unica motivazione dell'avvio anticipato della scuola primaria. Tale soluzione, però, non tiene conto della storia e dell'esperienza della scuola dell'infanzia italiana, internazionalmente riconosciuta, compromettendone la unitarietà e la valenza formativa. Vengono inoltre riproposti i problemi e i disagi legati alla cosiddetta "onda anomala".

In conclusione la proposta di riforma del ministro Moratti finisce con il contraddire la realtà scolastica che diffusamente è molto più avanti delle soluzioni adottate.

Roma, 15 gennaio 2002

La Segreteria nazionale del CIDI